Due cose più una che puoi spuntare dalla to do list di settembre

da | Set 10, 2020 | Psicologia e Benessere

Settembre, come gennaio, porta spesso con sé uno scomodo senso di urgenza.

Al rientro dalle vacanze si viene travolti da un’ondata di richieste interne ed esterne a sé, legate alle attività che ricominciano, alle ripartenze.

Per alcuni è un mese che funziona come una scialuppa di salvataggio, per altri l’inizio di una frenetica spirale di obiettivi, attività e programmazione in cui si cerca di realizzare tutto ciò che non si è fatto nei mesi precedenti, entro la fine dell’anno.

Inutile dire che, in questa prospettiva, stress e ansia spazzano via molto in fretta il riposo estivo, per chi è riuscito a concederselo.

Come sai, se hai già letto qualche mio post, mi piace andare controcorrente, per questo nell’articolo di oggi ti racconto due cose più una che puoi spuntare subito dalla tua to do list, perché non serviranno a farti stare meglio.

Uno: iniziare una nuova dieta

La prima cosa da spuntare è forse uno dei punti più gettonati nelle liste di cose da fare autunnali di tutto il mondo: dimagrire

Sponsorizzata prima durante e dopo le vacanze, la perdita di peso è spesso banalizzata nei rischi e trasformata in una routine, una cosa da fare ciclicamente, socialmente richiesta e accettata come normalità.

A settembre, come a gennaio, si fa più forte la spinta esterna al dimagrimento: post di buoni propositi, prodotti dimagranti in promozione, dirette instagram di influencer e guru del settore, la cultura della dieta dà il suo meglio, o peggio, proprio in questo periodo.

Questo clima culturale rende spesso la scelta di iniziare una nuova dieta la conseguenza diretta di tutto il marketing subìto e non una decisione personale e ponderata.

E anche quando ti sembra una scelta che arriva dalle tue riflessioni personali, ci sono comunque alcune cose che può esserti utile sapere prima di inserirla nella tua to do list di settembre.

Promesse non mantenute

Ci sono molti motivi per cui si inizia una nuova dieta, la maggior parte dei quali è legata a bisogni e desideri che non vengono soddisfatti dalla perdita di peso, ne ho parlato approfonditamente qui, ma vediamone qualcuno.

  1. Migliorare il rapporto con il proprio corpo, piacersi di più
  2. Rivoluzionare la propria vita sentimentale
  3. Dare equilibrio alla propria alimentazione
  4. Migliorare la salute

Ognuna di queste motivazioni è spesso una promessa garantita dal marketing di cui ti parlavo più su. Se hai fatto altre diete in vita tua saprai, però, che queste promesse puntualmente non vengono mantenute

La ragione del fallimento della dieta nel farti raggiungere questi obiettivi non dipende da te, dalla tua volontà o dalle tue convinzioni, ma dipende principalmente dal fatto che:

  • le diete falliscono. Punto. La percentuale di successo di un regime alimentare dimagrante è vicina allo zero sul lungo periodo.
  • la perdita di peso non ha nulla a che fare con gli obiettivi elencati più su e cercare di dimagrire porta spesso ad un effetto contrario.

I tentativi falliti di dimagrimento innescano meccanismi psico-fisiologici ben più pericolosi del presunto peso in eccesso. Ne parlerò nel dettaglio in un articolo di prossima uscita.*

Perché eliminarla dalla lista

Ricerche ed esperienze di vita ci mostrano in modo chiaro che perdere peso non migliora:

  • problemi legati alla propria immagine corporea
  • la relazione con il cibo
  • la sicurezza e la stima di sé
  • i giudizi negativi interiorizzati
  • la propria vita sentimentale
  • la mancanza di soddisfazione e felicità
  • la salute*
  • qualsiasi problema sia alla base del desiderio di perdere peso

 

*Su questo punto ti rimando ad un articolo che pubblicherò a breve in cui descrivo, ricerche alla mano, tutti gli effetti collaterali che una dieta provoca, aiutandoti a notare che non è lo strumento migliore per salvaguardare la propria salute.

Ci sono alternative?

Qualsiasi sia la motivazione che ti ha spinta a inserire il dimagrimento tra i propositi di questo autunno, ci sono alternative che puoi prendere in considerazione che ti permettano di soddisfare i tuoi bisogni, senza incappare in un nuovo fallimento e senza trovarti faccia a faccia con una promessa non mantenuta.

Se il tuo obiettivo è migliorare il rapporto col cibo, ci sono opzioni molto più efficaci che puoi pensare di intraprendere in alternativa ad una dieta.

Ad esempio un percorso di alimentazione intuitiva con un professionista che ti guidi verso un vero equilibrio alimentare fatto prima di tutto di un rapporto emotivo e cognitivo sereno con il cibo, e solo in coda di pasti bilanciati. Tra i professionisti che si occupano di questi percorsi trovi psicologi del comportamento alimentare, come me, o dietisti e nutrizionisti che usino un approccio non prescrittivo, ovvero che non danno nessuna dieta. 


Se invece vuoi migliorare la tua immagine corporea e il rapporto con il tuo corpo, l’autostima, la sicurezza in te stessa, le relazioni sentimentali o in generale la soddisfazione che ti dà la tua vita, cerca un percorso mirato a questi obiettivi, che sia esso un percorso psicologico, un gruppo di crescita personale, un viaggio a piedi, o qualsiasi altra opzione tu ritenga efficace per raggiungere il traguardo (sia chiaro che non penso siano percorsi intercambiabili, ognuno ha le proprie peculiarità che rispondono ad esigenze diverse).

Due: iscriversi in palestra

“A settembre mi iscrivo in palestra!”. 

Ho perso il conto delle volte in cui ho sentito questa frase mentre me ne stavo in spiaggia spaparanzata al sole durante le vacanze.

L’iscrizione in palestra, braccio destro di “mi metto a dieta”, è la seconda cosa che puoi spuntare dalla tua lista di cose da fare, perché anche in questo caso probabilmente non ti porterà i risultati che speri, ma alleggerirà solamente il portafoglio e ti lascerà quel senso di fallimento e insoddisfazione che fanno capolino con gli obiettivi non raggiunti.

L’attività fisica, insieme alla dieta, si sono trasformati in un proposito vuoto di significato e riempito di marketing maldestro e aspettative irrealistiche.

Uno dei motivi principali per cui ci si iscrive in palestra o a quel corso di fit-coso è il desiderio di dimagrire. Come ho scritto più su questo obiettivo è spesso il segnale di altri bisogni e desideri inascoltati che non verranno soddisfatti tentando di perdere peso.

In aggiunta la palestra, per molti, è noiosa, poco stimolante e faticosa in modo inutile. 

Viene scelta perché sembra l’opzione più facile da frequentare per fare attività fisica.

Il risultato di questa scelta è spesso vivere il movimento come qualcosa di obbligatorio, un compito da svolgere, senza divertimento, senza piacere.

E guarda un po’, ciò che non è piacevole non è motivante, per cui nel giro di qualche settimana, non appena arrivano le piogge autunnali, la tua voglia di uscire si rintana sotto il plaid e il tuo abbonamento annuale giace nel portafoglio per il resto della stagione. 

Come se non bastasse le palestre, purtroppo, sono spesso un ambiente grassofobico e giudicante dove, se non hai un corpo che corrisponde ai modelli dei corsi di fitness, non riesci a trovare uno spazio sereno in cui fare attività fisica.

Se fin qui ho raccontato la tua esperienza personale, probabilmente concorderai anche sul fatto che muoversi ti fa stare bene quando trovi l’attività giusta per te.

Allo stesso tempo, però, potresti essere incastrata nell’idea che il tipo di movimento che ti piace non fa dimagrire e, per questo, aver perso il senso di muoverti.

 

Come recuperare il piacere di fare movimento

L’essere umano non si muove per dimagrire, ma perché fa parte dei suoi bisogni primari e come tutti questi bisogni rispondervi regala piacere e soddisfazione, a meno di situazioni specifiche come soffrire di dolore cronico.

Quando ci si ingabbia nel circolo vizioso movimento-dimagrimento, tutto il piacere di questa attività naturale per la nostra esperienza, viene spazzato via dal senso del dovere e di obbligo a cui si accompagna. 

Riscoprire il piacere di muoversi è possibile, di seguito trovi cinque passi che, adattati alla tua esperienza e alla tua situazione, puoi sperimentare per ritornare su questa strada.

Il primo passo è preliminare: si tratta di slegare il movimento dal dimagrimento. Finchè cerchi attività per perdere perso, tutto ciò che di piacevole puoi trovare nell’esercizio fisico svanisce nel marasma di emozioni, giudizi, doveri e percezioni legate al dimagrire.

Il secondo passo parte da te: fai quello che ti piace. Cerca attività che ti diano gioia e ti facciano divertire.  Non aver paura di utilizzare anche ciò che non è “sport” come camminare con il cane, fare escursioni, ballare, andare in bicicletta al lavoro, giocare con i bambini all’aperto e fare giardinaggio. Conta tutto. E se qualcosa non ti dà gioia, lascialo stare.

Il terzo passo combatte la rigidità degli allenamenti, dei doveri, degli obblighi: allena la flessibilità. Per la maggior parte delle persone, pianificare rigidamente e decidere esattamente che attività ed esercizio fare ogni giorno, non lascia spazio per essere naturali e intuitivi verso il movimento. La flessibilità ha un significato diverso per ciascuno, altrimenti non sarebbe flessibile, e può comportare diverse scelte come darsi un appuntamento fisso per fare attività fisica, senza scegliere l’attività, oppure lasciarsi guidare dall’ispirazione giornaliera.

Il quarto passo richiede attenzione verso i propri segnali: entra in connessione col tuo corpo. Resta in ascolto del tuo bisogno di muoverti e di quali movimenti ti servono. Sei seduta da molte ore, forse ti solletica l’idea di una passeggiata. Sei stanca e vuoi ricaricare le batterie, potresti aver voglia di una sessione di yoga, come di una lezione di hip-hop. Hai bisogno di tornare nella natura, un giro in bici nel parco più vicino potrebbe essere la risposta. Questi sono solo esempi, l’opzione giusta per te la puoi scoprire in autonomia.

Il quinto e ultimo passo scardina l’idea che tu debba iniziare da subito a fare ore e ore di attività fisica: sperimenta mini sessioni di movimento. Obiettivi di lunghe sessioni di esercizio fisico possono scoraggiare e far perdere il piacere di muoversi ancor prima di cominciare. Goditi una passeggiata di 15 minuti, o le scale del palazzo quando torni a casa.

 

Due cose più una 

La terza cosa che puoi spuntare dalla to do list è…fare una to do list!

Ebbene sì, se questa attività ti crea stress e attiva la spirale dell’ansia, non è il modo utile, per te, di iniziare le attività post-vacanze.

Tendo a boicottare le liste di buoni propositi e cose da fare che si presentano puntuali a settembre e a gennaio. 

Non fanno altro che armare l’ansia e tirare il grilletto, rendendo i mesi a venire una rincorsa piena di senso di fallimento e fatica.

La vita non ha bisogno di essere stravolta e colpi di liste di buoni propositi, spesso irraggiungibili.


I cambiamenti sono possibili, ma sono fatti di piccoli passi messi uno in fila all’altro. A volte è utile appuntare questi passi, certo, ma l’importante è riuscire a farli senza aggiungere difficoltà.

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